
Casi clinici
Sezione pazienti particolari… ti ritrovi in uno di loro? Raccontaci la tua storia e faremo del nostro meglio per aiutarti.
Caso clinico inerente a signora con herpes Zoster alla radice del collo e spalla sinistra

Rosanna
Casalinga
La signora di 65 anni si rivolge a me per un dolore alla spalla e alla radice del collo molto debilitante e insopportabile.
Ha avuto l’infezione da herpes Zoster che da un punto di vista dermatologico si è risolto circa 20 giorni fa, mentre il dolore persiste intensamente.
Dopo aver provato vari antidolorifici di uso comune ha voluto tentare con le medicine complementari: ho proposto un ciclo di ozono somministrato mediante iniezioni sottocutanea e l’applicazione di crema contenente lidocaina, capsaicina e arnica. Ho inoltre eseguito l’auricoloterapia, tenendo conto dell’intensità del dolore e della sua natura neuropatica, e non semplicemente infiammatoria.
Dopo due sedute, la signora ha avuto un miglioramento di circa il 50% del dolore; vengono ripetute altre due sedute a cadenza settimanale.
Il dolore si è ridotto costantemente. Solo occasionalmente si è manifestato esacerbato. Ciò solo in due episodi isolati.
Dopo circa 20 giorni, rimuovo i microaghi per l’auricoloterapia posizionati sul padiglione auricolare.
In occasione della terza seduta, la signora mi riferisce di non aver più preso antidolorifici pur avendo disagio quando compaiono le improvvise ed acute crisi dolorose. A tal proposito le prescrivo gtt di un farmaco convenzionale antidolorifico da assumere in emergenza se crisi dolorosa importante.
La signora sta continuando le sedute con un continuo e progressivo miglioramento.
Caso clinico inerente a dolore al coccige dopo una vecchia caduta

Simona
Casalinga
Viene in studio una donna di 35 anni lamentando dolore acuto al sacro e coccige particolarmente forte quando seduta. Anche a letto fa fatica a trovare una posizione confortevole, molto debilitante quando cammina soprattutto nei movimenti di torsione.
Il dolore dura da oltre due mesi, ha assunto vari antidolorifici senza risultato e, non essendo favorevole a terapie farmacologiche più importanti, decide di tentare con le medicine complementari.
Alla visita si presenta molto provata per il dolore che non le dà pace. Dubita di avere problemi gravi. E’ ansiosa.
Dall’anamnesi emerge un trauma da caduta a terra alla colonna lombosacrale avvenuto circa due anni prima. Il trauma le aveva procurato un dolore che era passato nell’arco di alcune settimane con cure farmacologiche.
Non emergono altre sintomatologie rilevanti come disturbi ginecologici, problemi pelvici, difficoltà digestive, allergie, intolleranze.
Alla visita medica rilevo un bacino non dolorante tranne il coccige. Alla pressione anche superficiale si scatena un vivo dolore.
Ho deciso di programmare alcuni esami strumentali per escludere da un punto di vista generale problematiche che possano portare a un dolore di questo tipo (ad esempio: visita ginecologica, ecografia pelvica).
Visto il dolore molto debilitante propongo comunque di iniziare fin da ora una terapia manipolativa associata a mesoterapia e ad ozonoterapia, ritenendo di essere sufficientemente sicuro che trattare il coccige possa comunque portare miglioramenti anche senza aspettare gli esiti degli accertamenti di cui prima.
Le sedute vengono programmate come segue: manipolazione del coccige, mesoterapia in punti di agopuntura pelvici, ozonoterapia a livello addominopelvico e a livello del coccige.
Dopo una sola seduta, la paziente ha avuto un importante miglioramento che quantifica in circa il 30-40%. In modo particolare il dolore, oltre ad essere notevolmente inferiore, non è più presente quando è sdraiata con conseguente miglioramento del sonno e quindi della qualità di vita in genere. L’ansia per il problema è notevolmente diminuita.
In posizione seduta sente dolore solo in alcuni movimenti rotatori.
In occasione della seconda seduta, il coccige era notevolmente meno dolente e durante la manipolazione, il fastidio è stato minimale.
Già alla fine della seconda seduta, la paziente ha sentito un ulteriore miglioramento per cui ci siamo riservati di non fare la terza se non proprio necessario.
Caso clinico inerente a forme reumatiche
in una studentessa.

Greta T.
Studentessa
Ragazza di 21 anni riferisce di avere un dolore pretoracico alla zona sternale, nel punto in cui le coste arrivano allo sterno, sia a destra che a sinistra. Tali dolori si accentuano molto anche solamente toccando la zona in modo leggero. La ragazza, inoltre, accusa un dolore nella zona del legamento inguinale destro e, da circa due mesi lamenta un fastidio alle articolazioni delle mani.
Durante la visita in studio medico emerge che il fastidio alle articolazioni delle mani è costante, anche se non molto accentuato. Al contrario, i dolori nella zona sternale e nella zona in cui il legamento inguinale si inserisce sul pube si manifestano in modo molto fastidioso.
Trattandosi di zone non troppo localizzate, propongo l’ozonoterapia per via mesoterapica, somministrata attraverso microiniezioni sottocute.
Il gas somministrato, costituito dalla miscela di ossigeno e ozono, si diffonde in aree abbastanza ampie (infatti ogni iniezione copre una superficie all’incirca come il palmo di una mano) potendo coprire facilmente le aree dolorose. Programmo un ciclo di 4 sedute che la ragazza intende iniziare fin da subito.
Consiglio, inoltre, di assumere a casa gocce di arnica ed un antinfiammatorio convenzionale al bisogno, se fosse necessario.
La prima seduta in studio medico si è svolta in modo scorrevole e senza dolore significativo.
Al momento della seconda seduta, la ragazza mi riferisce che il dolore a livello inguinale è quasi sparito e che i dolori nelle zone vicino allo sterno sono diminuiti solo in parte.
In occasione della quarta seduta la ragazza mi informa che i formicolii alle mani sono presenti minimamente. Il dolore inguinale non si è più manifestato e i dolori alla zona sternale sono diminuiti e assolutamente sopportabili.
Durante lo svolgimento delle terapie sono stati fatti alcuni esami per un approfondimento diagnostico, ossia sulla natura del dolore, dato che, dalla storia clinica riportata dalla ragazza, non emergevano spiegazioni per fatti contingenti (come, ad esempio, sforzi fisici prolungati, traumi, stress fisici particolari, ecc.).
L’elettrocardiogramma e i raggi al torace non hanno rilevato problemi. Dagli esami di laboratorio è stato evidenziato un lieve aumento di anticorpi, cosa indicativa di una possibile causa reumatica.
Considerato che i dolori dovuti a patologie reumatiche sono tra i più difficili da trattare, è stata una grande soddisfazione professionale vedere come l’ozonoterapia, unitamente all’omotossicologia, abbia funzionato brillantemente in questo caso.
Ipotizzando che in futuro possano ripresentarsi tali dolori, ho suggerito di ripetere anche poche sedute non appena dovessero ricomparire, in quanto le forme reumatiche, spesso, tendono a ritornare. Vista la risposta molto valida data da queste metodiche assolutamente non invasive e praticamente prive di rischi, ritengo che la ragazza abbia potuto evitare l’assunzione di farmaci antinfiammatori convenzionali che usualmente vengono proposti in questi casi, spesso per periodi prolungati.
Trattamento integrato con: agopuntura, auricoloterapia, omotossicologia, elettroagopuntura.

Anna F.
Colf mezza giornata
Signora di cinquant’anni in sovrappeso con attività lavorativa fisicamente impegnativa.
Fa pulizie mezza giornata nei giorni lavorativi, sposata con figli, riferisce uno stato d’ansia cronico che, pur non manifestando crisi intense d’ansia, la disturba quasi costantemente.
Negli ultimi tempi è peggiorata la qualità del sonno.
Alla visita medica, di seguito ad un controllo clinico, ad un ampio colloquio in merito alla sfera lavorativa, problematiche di salute pregresse ed attuali, situazione familiare, indagine grafologica approfondita, la paziente ha concordato con me alcune considerazioni fondamentali delle sue problematiche, che sono stati alla base della scelta terapeutica.
Lo stato d’ansia aveva apparentemente delle cause scatenanti relative a fatti e situazioni degli ultimi anni. Malgrado ciò ho notato che l’ansia non era solo di tipo reattivo a specifiche situazioni, ma c’era uno stato generale di ansia che a mio avviso durava dall’adolescenza (difficile rapporto con la madre).
Il carattere di Anna ha permesso comunque di raggiungere obiettivi molto importanti per lei personalmente: come avere una bella famiglia, buoni rapporti nel lavoro, buona comunicazione con i figli, buona capacità relazionale in genere.
La signora, in modo inaspettato, ha notato che la sua ansia di fondo è aumentata negli ultimi tempi malgrado non ci fossero motivi particolari che la incrementassero.
Abbiamo iniziato un ciclo di sedute di medicine integrate.
Nella prima seduta è stata trattata con mesoterapia omotossicologica, auricoloterapia (auricoloagopuntura) scegliendo punti d’ansia, punti della somatizzazione, punti antidepressivi, punti di modulazione neuroendocrina.
Dopo due sedute la signora ha notato un miglioramento della qualità del sonno e meno tensioni emotive.
Vista la buona risposta a questo tipo di terapie abbiamo programmato, più dilazionate nel tempo, altre tre sedute con gli stessi trattamenti e l’aggiunta di una stimolazione elettroagopunturale in punti delle mani e polsi.
Dopo queste sedute, la signora ha smesso di assumere farmaci per l’ansia e per il sonno (benzodiazepine).
Soddisfatta dei risultati ottenuti ha voluto proseguire per qualche altra seduta con le stesse tecniche terapeutiche aggiungendo ozonoterapia per gli arti inferiori con l’obiettivo di migliorare il senso di pesantezza che provava soprattutto alla fine delle giornate lavorative.
La signora successivamente dopo aver raggiunto un risultato buono dopo poche sedute non ha voluto sospendere le sedute, ne é stata fatta qualche altra sempre più dilazionata nel tempo. Successivamente la signora ha ritenuto sufficiente il percorso fatto.
Caso clinico di forte lombosciatalgia in una signora di 50 anni.

Paola F.
Operaia addetta alla qualità
Circa otto mesi fa ho cominciato ad accusare un forte dolore lombare con dolore all’arto inferiore sinistro e fitte al polpaccio. Avendo un lavoro che mi porta a rimanere in piedi e muovermi continuamente per circa nove ore al giorno ho cercato di risolvere il problema prendendo farmaci usuali antinfiammatori.
Il beneficio è stato modesto e soprattutto dopo le prime ore di lavoro, ogni giorno verso sera, il dolore aumentava rendendomi difficile e doloroso ogni movimento.
Mi sono stati prescritti antinfiammatori e antidolorifici più forti come oppiacei e cortisone.
Il beneficio è stato discreto, ma non è durato molto e mi disturbavano molto per i loro effetti collaterali.
Ho saputo che il dottor Ferro praticava terapie non solo farmacologiche per questo tipo di problemi, e mi sono rivolta a lui. Dopo una visita di inquadramento generale e posturale del problema mi è stato suggerito di fare un percorso di rieducazione posturale globale e alcune terapie integrate basate sull’auricoloterapia, l’agopuntura, l’elettrostimolazione, l’Ozono terapia. Queste varie tecniche venivano integrate in vario modo all’interno della stessa seduta. Ho deciso di iniziare le terapie integrate e di posticipare l’eventuale trattamento posturale.
Iniziato il ciclo di terapie ho avuto un miglioramento iniziale che dopo la terza e quarta terapia è parzialmente diminuito, forse a causa di continui sforzi fisici che facevo nel mio lavoro.
Stavo pensando che non avrei ottenuto risultati neanche con queste tecniche. Ho comunque continuato e dopo qualche altra seduta ho notato un notevole miglioramento che attualmente mi permette di lavorare stando attenta agli sforzi fisici e ai piegamenti più rilevanti.
Abbiamo deciso di a fare qualche altra seduta terapeutica, ma ad intervalli di tempo più lunghi una dall’altra e il risultato positivo permane anzi con un continuo progressivo miglioramento. Sto pensando a concordare qualche seduta di mantenimento per la paura di ricadere in una crisi come le precedenti.
Caso clinico di forte lombosciatalgia in una signora di 50 anni.

Sara B.
Educatrice bambini
Sono una ragazza di 19 anni. Ho iniziato ad avere i primi dolori alla schiena ad ottobre del 2020 che mi impedivano di svolgere il mio normale lavoro di educatrice per bambini della scuola dell’infanzia. Ho provato a trattare questo disturbo con antinfiammatori, quelli più diffusi.
La mattina del 30 novembre scorso non riuscivo più ad alzarmi dal letto né a muovermi, mi si era bloccato completamente l’arto inferiore sinistro. Dopo qualche ora ho perso completamente anche la sensibilità.
Ho consultato il mio medico, ho fatto i raggi ma non è risultato nulla.
Ho consultato quindi uno specialista, l’ortopedico, il quale mi ha prescritto una risonanza magnetica: ne sono risultate due ernie nella regione lombosacrale.
Ho iniziato un percorso di terapie con ginnastica posturale e tecar terapia con qualche piccolo miglioramento, ma niente di particolare. Non avevo ancora ripreso la sensibilità del piede.
In seguito mi è stato proposto un percorso con ozonoterapia di 10 sedute. Ho ottenuto un parziale miglioramento con andamento non molto costante.
In accordo con il medico che mi ha praticato l’ozono abbiamo deciso di associare all’ozono alcune sedute di elettroagopuntura che, nel tempo, mi hanno dato buoni risultati.
Ad oggi, dopo tre sedute di terapie integrate posso dire di essere tornata a condurre finalmente la mia vita di prima. Dovrò ultimare il percorso con altre tre di queste sedute e, successivamente, in via cautelativa per evitare ricadute, farò qualche rara seduta nei cambi di stagione o quando ne avessi bisogno.
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